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Fotografare il cielo

Trascorro molto tempo all’aperto, con la fotocamera piazzata sul treppiede e il collo allungato verso l’alto, attratto dal fascino del cielo. In effetti sono un assiduo osservatore del cielo.

Il cielo ha sempre un ruolo significativo nelle mie fotografie paesaggistiche; anche quando occupa solo un piccolo spazio dell’inquadratura non ha mai un’importanza secondaria. A mio avviso la presenza del cielo in una foto non dovrebbe essere casuale; dovrebbe essere una scelta voluta e consapevole, che tenga conto del valore aggiunto apportato all’immagine finale.

 

La relazione fra terra e cielo è, a dir poco, una partnership fra attori di pari grado. Tuttavia l’esperienza mi ha insegnato che il cielo può esaltare o rovinare la foto di un paesaggio; un cielo scadente può distruggere un ottimo paesaggio. A volte è il cielo stesso il vero protagonista, mentre la terra interpreta una parte di secondo piano, un ruolo di semplice supporto agli eventi intensi che si verificano più in alto.

Steve Gosling

Il cielo è una delle grandi gioie ma anche una delle grandi frustrazioni della fotografia paesaggistica, in modo particolare nella parte di mondo in cui vivo, dove non esistono due giornate meteorologicamente uguali. A dire il vero non mi piacerebbe che il cielo fosse prevedibilmente azzurro ogni giorno; quello che rende la fotografia di paesaggio così interessante e stimolante per me è proprio la variabilità e la capricciosità delle condizioni atmosferiche.

Steve Gosling

Quando ci troviamo di fronte ad un paesaggio fotogenico dovremmo immaginare come sarebbe il cielo perfetto se potessimo dipingerlo noi stessi. Purtroppo non abbiamo la fortuna degli artisti, che possono riprodurre su carta il frutto dell’immaginazione. Dobbiamo imparare ad essere pazienti e aspettare che il cielo giusto appaia. L’esperienza mi ha insegnato che se desidero davvero ottenere determinati risultati, al punto da essere disposto ad aspettare, aspettare, aspettare………. solitamente vengo ricompensato. Ho perso il conto delle volte in cui la mia pazienza è stata premiata da uno sfuggente raggio di luce che illuminava una precisa parte del paesaggio o dalle nuvole che si sono posizionate nel punto giusto per riempire un cielo vuoto.

 

Ma come si presenta il cielo perfetto? Non è facile rispondere a questa domanda, poiché non è possibile definire regole fisse e invariabili; un cielo adatto a una situazione potrebbe non essere la scelta migliore in altre circostanze.

Steve Gosling Rain Clouds Over The Cuillin

Idealmente cerco un cielo che sia in armonia con il paesaggio sottostante, ovvero che rifletta in qualche modo il paesaggio o che produca un contrasto volto a creare una tensione intenzionale nell’immagine. Il cielo “giusto” è quello che fa rivolgere l’attenzione agli elementi chiave del paesaggio. Se siamo abbastanza fortunati il cielo può trasformare uno scatto mediocre in una foto straordinaria. Inoltre può aiutarci a distinguerci dalla massa, un aspetto non trascurabile quando abbiamo a che fare con un soggetto molto fotografato.

 

Nella ricerca di un cielo che si armonizzi con il paesaggio dobbiamo tenere conto di forme e tonalità, motivi e colori. Ad esempio, una foto può essere dominata da un cielo blu intenso, talvolta con un effetto negativo; in altre situazioni invece un cielo blu può creare un attraente contrasto. Sono particolarmente stimolato dall’idea di trovare un cielo che rifletta una forma o un motivo presente nel paesaggio; è come se Madre Natura si divertisse a mettere alla prova la mia capacità di osservazione.

 

Seguire avidamente le previsioni del tempo aumenta le probabilità di successo. Chi non è esperto di fotografia solitamente pensa che un paesaggio illuminato dal sole, sormontato da un cielo terso e splendente, offra le condizioni ideali per realizzare un’eccellente foto paesaggistica.  Invece secondo me il tempo instabile e piovoso a volte regala un cielo veramente spettacolare, man mano che i fronti atmosferici si spostano. Il mio cielo preferito è quello dall’aspetto minaccioso, inquietante, pieno di nuvole grigie, perché ai miei occhi sono poche le vedute il cui fascino supera quello di una tempesta imminente.

San Giorgio Maggiore Steve Gosling

Può essere utile sviluppare alcune conoscenze in campo meteorologico e capire l’impatto esercitato dalle condizioni atmosferiche sulla formazione delle nuvole, poiché determinati tipi di nuvole sono più fotogenici di altri. Ad esempio le nubi cumuliformi (quelle che assomigliano a batuffoli di cotone) sono il risultato della convezione che si verifica mentre il sole riscalda la terra. Invece le mie nuvole preferite, gli altocumuli (piccoli strati nuvolosi dalla conformazione ondosa comunemente noti come “cielo a pecorelle”), all’alba e al tramonto possono produrre cieli caratterizzati da un rosso acceso.

 

Spesso i momenti migliori per catturare un cielo interessante sono l’inizio e la fine della giornata, pertanto si comincia presto e si finisce tardi. Purtroppo non è sempre facile prevedere il momento in cui si dispone del cielo perfetto, di conseguenza bisogna mettere in conto levatacce improduttive e lunghe attese nella speranza di fotografare interessanti formazioni nuvolose. Va da sé, dunque, che è importante essere pronti a cogliere l’attimo non appena si presenta un cielo pittoresco.

Per far sì che il cielo sia l’elemento dominante di una fotografia, occorre utilizzare un grandangolo e inclinare la fotocamera verso l’alto. Considerare attentamente la posizione dell’orizzonte nell’inquadratura così da ottimizzare l’impatto del cielo; tenere presente inoltre che, sebbene sia un utile punto di partenza, la regola dei terzi è solo una linea guida. A volte limitare la terra a una stretta striscia nella parte inferiore dell’inquadratura può essere la scelta compositiva più efficace.

 

Fotografando ampie estensioni di cielo piene di nuvole con un grandangolo è possibile creare un senso di movimento nell’immagine, con le nubi che sembrano scorrere velocemente dagli angoli dell’inquadratura. L’effetto dinamico può essere accentuato mediante l’uso di un filtro a densità neutra (personalmente utilizzo spesso filtri da 6 stop, 10 stop e 15 stop), in modo da ottenere velocità dell’otturatore di diversi secondi per registrare il movimento delle nuvole spinte dal vento.

Infine, e questo è l’aspetto più importante, bisogna saper aspettare ed essere pronti, cercare di prevedere piuttosto che reagire, poiché il cielo può mutare molto rapidamente.  Uno scoppio di luce in un cielo tempestoso può durare solo una manciata di secondi, quindi è opportuno essere preparati e pronti a scattare. Detto questo, non intendo tuttavia negare il valore degli scatti al volo. Per realizzare uno dei miei tramonti preferiti, mi sono catapultato fuori dalla macchina allo scopo di catturare lo spettacolo di luce che si stagliava sopra la mia testa; non avendo il tempo di sistemare il treppiede, ho sfruttato il tetto dell’auto ferma come supporto e ho eseguito 6 scatti prima che la luce sparisse completamente. In tale occasione non ho avuto l’opportunità di trovare un paesaggio complementare, quindi ho reso il cielo il soggetto principale della foto, escludendo del tutto la terra.

 

Quando decido di fotografare il cielo con un approccio più ponderato vado alla ricerca dell’acqua (il mare, un lago o un fiume, persino rocce e pietre bagnate), poiché se riesco a catturare una bella immagine riflessa ottengo due cieli al prezzo di uno! A volte le immagini delle nuvole riflesse nell’acqua sono più gratificanti di quanto non sia fotografare il cielo stesso.

 

Il fenomeno del “lens flare”, ossia il riflesso della lente, può essere un problema quando si fotografa il cielo con la presenza del sole nell’inquadratura (o persino al di fuori di essa se si utilizza un grandangolo). È consigliabile pertanto usare un paraluce o schermare la parte anteriore dell’obiettivo dai raggi diretti del sole con un oggetto idoneo, come ad esempio un pezzo di cartoncino nero o un cappello.Pinky Hues Steve Gosling

Un altro problema tecnico che si riscontra spesso deriva dal fatto che solitamente il cielo è molto più luminoso del paesaggio sottostante, pertanto l’uno o l’altro risulta inevitabilmente sottoesposto o sovraesposto. Vi sono tre soluzioni possibili. La prima: decidere qual è l’elemento più importante della foto ed esporre in base a tale elemento. La seconda: realizzare due esposizioni, una per la terra e l’altra per il cielo, e fonderle in fase di post produzione. La terza, nonché la mia soluzione preferita: eseguire la lettura dell’esposizione su una zona di toni medi in entrambe le aree, quindi usare un filtro ND graduato sul cielo per bilanciare l’esposizione delle due aree. Ad esempio: se la lettura sull’area del cielo è 1/250 a f11 e quella sull’area del paesaggio 1/60 a f11, sarà necessario usare un filtro ND graduato da due stop (0,6).

 

I filtri ND graduati possono rivelarsi utili anche quando il cielo è tenue, per scurirlo e creare un effetto più drammatico. L’immagine può essere migliorata anche mediante un filtro polarizzatore che consente di intensificare il blu del cielo e aumentare il contrasto con le nuvole. Attenzione però a non farsi prendere dalla tentazione di voler trasformare l’acqua in vino. I filtri aiutano solo a migliorare il cielo, non a creare qualcosa dal nulla; l’uso eccessivo di un filtro graduato non produce mai una foto perfetta.

 

Se il cielo è monotonamente grigio o azzurro, non è possibile fare nulla per migliorarlo. In questi casi escludo completamente il cielo dall’immagine, al momento dello scatto o successivamente, perché a mio avviso l’assenza di cielo è da preferire a un cielo insignificante. L’eliminazione del cielo può anche contribuire ad attirare l’attenzione degli spettatori su un particolare elemento del paesaggio, come ad esempio un albero solitario, un fienile o una chiesa.

 

Escludere il cielo, tuttavia, deve essere una scelta ben ponderata, poiché l’immagine che ne risulta è più circoscritta e contenuta, e questo potrebbe non rispondere alle esigenze della scena o dell’atmosfera che intendiamo creare. A volte è meglio aspettare finché non compare il cielo “giusto” oppure rimandare a un altro giorno.

 

Infatti quando gli elementi si uniscono a nostro favore, il cielo si presenta in tutta la sua bellezza offrendoci una serie continua di meravigliose opportunità fotografiche. Il cielo è infinitamente vario; è un caleidoscopio di forme, colori e motivi in costante evoluzione che aggiunge un’atmosfera speciale alle fotografie di paesaggio.

Bamburgh Dawn - Steve Gosling

Il cielo non dovrebbe dunque essere ignorato. In qualità di fotografi di paesaggio spesso sottovalutiamo l’importanza e il contributo del cielo a nostro svantaggio. Attenzione: ricordati sempre di guardare dove metti i piedi mentre scruti il cielo vicino al bordo di un dirupo!

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Steve is a professional photographer who specialises in producing creative & contemporary landscape and travel images. His photographs have been published internationally illustrating posters, cards, books, magazines, newspapers & calendars. His fine art prints have been widely exhibited and have also appeared on sets for both theatre & film productions.

His work has also won many awards - for example, his landscape images have been successful in the UK’s ‘Black & White Photographer of the Year’ competition and for the last 3 years he has had images shortlisted in the prestigious international 'B&W Spider Awards', achieving an Honourable Mention in 2016.

He enjoys writing & teaching about photography and frequently gives talks on landscape photography to photographic groups in the UK and abroad. He is also a regular contributor to many of the major photography magazines in the UK as well as a growing number of overseas titles. He has run a successful workshop programme for several years in locations across the world from Iceland to Antarctica, encouraging and inspiring photographers of all levels.

As well as working closely with Phase One (for whom he is a Fieldwork Professor) and Lee Filters Steve is an Ambassador for Olympus, Manfrotto/Gitzo tripods & Permajet inkjet papers.

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